Missioni Don Bosco: la nostra emergenza è la pace

IL CONTESTO DEL PAESE

 La guerra in Ucraina, scoppiata il 24 febbraio, ha causato e continua a provocare gravi danni nonché enormi sofferenze alla popolazione locale. Si stima che 15,7 milioni di persone siano in urgente bisogno di assistenza umanitaria. Secondo l’ultima valutazione dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), circa 6,28 milioni di persone – quasi il 14% della popolazione del Paese – sono sfollate all’interno dell’Ucraina. La maggior parte delle persone costrette a lasciare le proprie case – il 60% – sono in fuga dall’est, dal nord (15%), dal sud (11%) e dalla città di Kiev (11%).

Almeno l’8% degli sfollati interni ha dichiarato di non avere accesso all’istruzione per i propri figli dal 24 febbraio: si calcola che 5,7 milioni di bambini in età scolare siano colpiti direttamente o indirettamente dagli effetti della guerra. Il Ministero dell’Istruzione e della Scienza ucraino (MESU) ha riferito che oltre 2.000 strutture scolastiche sono state danneggiate e 212 distrutte in tutta l’Ucraina, con un impatto notevole sulle capacità di erogazione dei programmi scolastici in tutto il Paese.

 

Presenza salesiana

I salesiani arrivarono in Ucraina nel 1936, finché, per ragioni politiche, furono costretti a lasciare il Paese dopo una decina d’anni.
Ritornarono poi negli anni Novanta, dopo la caduta dei regimi comunisti nell’Est Europa, e oggi gestiscono otto presenze. Il lavoro principale dei Figli di Don Bosco in Ucraina è sempre stato quello educativo, che li vede impegnati sul fronte dell’animazione negli oratori, nei centri giovanili, nella scuola e in quello non meno importante dell’orientamento vocazionale, ma attualmente l’obiettivo principale è quello di sostenere la popolazione colpita dalla guerra

 

Coordinamento di emergenza

In risposta all’aggressione russa, la congregazione salesiana si è attivata immediatamente per fornire un supporto coordinato e puntuale alla popolazione ucraina, sia a livello locale che internazionale.

 

A livello locale

Sul territorio ucraino, i missionari presenti sono rimasti al fianco della popolazione, aiutandola e sostenendola con attività di accoglienza, distribuzione di generi alimentari e prodotti igienico-sanitari e medicali.

La primissima azione messa in campo subito dopo lo scoppio della guerra è stata quella di organizzare lo spostamento e l’espatrio in Slovacchia dei 50 bambini e ragazzi (6-15 anni, minori orfani e provenienti da contesti vulnerabili) ospitati presso la Casa famiglia salesiana, insieme a cinque educatrici della stessa struttura. 

Allo stesso tempo, le tre comunità salesiane sul territorio di Leopoli sono state allestite per accogliere i numerosi profughi che stavano convergendo nella città dalle aree più colpite del Paese.
Nelle prime fasi dell’emergenza, la casa di Leopoli, città allora considerata uno dei posti più sicuri dell’Ucraina, è stata dotata di un rifugio antiaereo completamente attrezzato con servizi igienici, docce e mobilio. Per garantire l’erogazione di energia elettrica continua, sono stati acquistati due generatori, in funzione dai primi di aprile. 

Durante il passare dei mesi, le varie realtà salesiane si sono organizzate fornendo una risposta più mirata alle città di Kiev e Mariapolis (cittadella modulare composta da tanti prefabbricati pensati per accogliere temporaneamente gli sfollati, allestita dal Comune di Leopoli in collaborazione con la congregazione salesiana e il governo polacco). I salesiani hanno e stanno garantendo assistenza in generi di prima necessità alimentari, preparano le famiglie all’inverno ed erogano supporti psicosociali a bambini, ragazzi e famiglie nelle fasce di popolazione più vulnerabili.

 

A livello internazionale

In Slovacchia, Polonia, Moldavia e Romania – i paesi confinanti -, i salesiani hanno attivato una rete di accoglienza e sostegno ai profughi provenienti dall’Ucraina (perlopiù donne e bambini) prevedendo alloggio, assistenza alimentare, medica, psicologica e legale, anche grazie al prezioso lavoro dei volontari. I salesiani hanno offerto aiuto con le traduzioni e altre attività volte a facilitare il processo di integrazione sociale. Hanno infine organizzato diverse spedizioni in Ucraina di prodotti alimentari e non. 

 

I PROGETTI

L’intervento a Kiev

 

L’opera salesiana di Kiev, dove Maksym Riabukha è Direttore ed Economo dal 2018, si trova sulla riva orientale del fiume, in una zona periferica della città.

Purtroppo, la struttura non è dotata di un rifugio antiaereo. Ad oggi, in seguito alle disposizioni emesse dal Governo, è illegale utilizzare una struttura senza rifugio come luogo di promozione di attività sociali. Senza rifugio, i salesiani non possono ospitare i tantissimi giovani della zona né offrire loro un momento di gioia e condivisione.

Per questo motivo è necessario attrezzare il centro salesiano quanto prima.

Quando la guerra sarà finita, i Figli di Don Bosco hanno già in mente come valorizzare gli spazi, portando arte e creatività in un luogo associato a ricordi dolorosi: il rifugio anti aereo verrà riconvertito in un piccolo teatro sotterraneo che ospiterà i laboratori e i saggi dei ragazzi.

 

L’intervento a Lviv 

 L’intervento di salesiani riguarda anche le attività pastorali di un un’altra casa, quella di Lviv (Leopoli). I momenti di svago e normalità in un periodo del genere sono fondamentali per i più giovani, per questo i missionari vogliono acquistare attrezzature musicali e sportive (chitarre, giochi da tavolo, macchine fotografiche e computer) per un programma di sostegno di un anno che comprende diverse attività presso gli oratori e durante i campi estivi.
Grazie per quello che potrai fare!

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